Quali sono le condizioni di lavoro?

Il TRADUTTORE lavora generalmente con partita Iva, come lavoratore autonomo, procurandosi i propri clienti. Negli ultimi anni si sono sviluppate piattaforme, anche internazionali, che hanno lo scopo di facilitare l’incontro tra clienti e traduttori (es https://www.proz.com/). Il traduttore lavora per obiettivi ed è spesso sottoposto a una forte pressione temporale, dovendo accettare commesse a breve o brevissima scadenza.

Nelle istituzioni nazionali e internazionali il traduttore può lavorare come dipendente, assunto attraverso concorso, o prestando i propri servizi come collaboratore esterno. Nell’amministrazione dell’Unione europea in particolare i traduttori che lavorano come funzionari linguistici sono inquadrati nel livello gerarchico più elevato (categoria AD - amministratori) e le possibilità di guadagno sono decisamente superiori a quelle di traduttori/interpreti freelance o impiegati presso altre aziende/agenzie. I servizi di traduzione comunitari si avvalgono tuttavia anche di una serie di figure esterne/free-lance.

Nelle istituzioni giudiziarie il traduttore, iscrivendosi all’Albo dei Consulenti Tecnici, entra a far parte di un pool di professionisti che possono essere chiamati a offrire le proprie prestazioni quando il tribunale ne ha bisogno. L’iscrizione all’albo non equivale a un’assunzione: il traduttore presta i suoi servizi al tribunale sempre in qualità di lavoratore autonomo.

 

L’INTERPRETE allo stesso modo lavora generalmente con partita Iva, come lavoratore autonomo, anche laddove operi con la mediazione di un’agenzia di interpretariato e spesso anche se presta i suoi servizi a istituzioni pubbliche nazionali o sovranazionali.

L’interprete che lavora per le istituzioni può lavorarvi sia in qualità di dipendente pubblico/funzionario, a tempo indeterminato/determinato, sia come collaboratore esterno. Nelle istituzioni dell’Unione europea per esempio l’interprete può essere impiegato nella posizione di funzionario amministratore, previo superamento di concorso, o come collaboratore autonomo accreditato. L’accreditamento presso le istituzioni europee non equivale a un’assunzione, ma comporta l’inserimento in un pool di professionisti che possono essere chiamati dalle istituzioni in caso di necessità.

Particolarmente complessa è la situazione degli interpreti presso ospedali o tribunali, sempre più necessari con l’aumentare della popolazione migrante. Specie per le lingue minoritarie, essi subiscono la concorrenza di persone in possesso delle competenze linguistiche necessarie ma non qualificate per esercitare la professione di interprete. Nei tribunali in particolare, alla richiesta di iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici, che consente di essere chiamati a prestare i propri servizi, non corrisponde un’adeguata retribuzione, essendo le tariffe di riferimente rimaste a quelle fissate dal DM 30 maggio 2002.

L’interprete deve essere disponibile a spostarsi costantemente per raggiungere il luogo in cui avviene lo scambio che deve assistere (fiera, conferenza, meeting, trattativa, ecc.). Negli ultimi decenni si è avuto ampia diffusione anche dell’interpretazione a distanza (per via telefonica o video-telematica), che può avvenire in particolare per l’interpretazione di dialoghi. Per quanto riguarda le conferenze, l’utilizzo di interpreti a distanza può avvenire per l’interpretazione consecutiva, mentre è più difficile da un punto di visto tecnico per l’interpretazione simultanea.